E' stato il postulato guida e di esclusivo riferimento per tutto il tempo.
L'idea portava in se il profondo convincimento che per ognuna delle caratteristiche manifeste
dell'individuo doveva sussistere una ragione legata a componenti genetici indistruttibili e che ad
ognuna di queste componenti indistruttibili ( ma scomponibili) dovevano corrispondere in modo esatto
caratteristiche più o meno visibili ai nostri occhi, più o meno riscontrabili dalle nostre capacità di
osservazione.
La ragione di insuccesso nella selezione non era quindi la conseguenza
della sfortuna o del caso, ma dalla nostra incapacità, colpevole, di leggere le più elementari
correlazioni, e nella nostra insipienza a dotarci di
metodologie corrette nella selezione dei
riproduttori.
Il problema, quindi, siamo noi.
Per farla breve si può
riassumere che ogni soggetto è anello inconfondibile della catena genetica ed ogni singolo anello è
artefice nei fatti (non solo potenzialmente) del futuro genetico di tutti i discendenti.
Attenzione quindi perché l'individuo è depositario assoluto ed esclusivo della sua storia genetica e
se noi fossimo capaci di leggerlo avremmo risolto il problema in misura di tale capacità, come se
avessimo acceso una lampada in grado di trasformare il buio diffuso del falso mistero genetico in
opportunità chiara piuttosto facile e quasi obbligata.